From Ophelia with love.

Francesca, Lily, o come vi aggrada di più

15 Maggio

C’è una cosa però, che è difficile da spiegare, e perché questo “sito” (ma si, chiamiamolo così) è la cosa più bella del mondo.

C’è stato un momento della mia esistenza, molti anni fa, in cui ho capito che lo scopo della mia vita aveva un nome e cognome. L’ho capito incrociando lo sguardo di una persona, una persona terza, che mi ha reso chiara ogni cosa.

Da quel momento ogni cosa che ho fatto, ogni passo, è stato solo per Lorenzo.

Nessuno avrebbe dovuto saperlo.

Solo una persona sulla faccia della terra è al corrente di quello che è avvenuto questi anni. Persona che si è portata il segreto con sè nella tomba (beh, in questo caso fortunatamente in senso metaforico). Neppure tutti gli hacker, combinazioni, dialoghi tra persone, voci sparse, potevano immaginare una cosa simile. Nemmeno la mia famiglia: tutti possessori inconsapevoli di una parziale verità.

Posso dirlo oggi, non c’è più motivo di nascondere la verità. Una verità che non è mai stata rivelata nemmeno a lui, e che forse verrà a saperlo solo se leggerà questa pagina. Solo una protezione a distanza e miei atti volti alla sua persona che mai, mai e poi mai, andrebbero interpretati come forma di stalkeraggio (!) o associabile a chissà quale forma di difesa.

Ho protetto Lorenzo dal 2015. E ogni cosa che ho fatto, perfino ad H, è stato per lui. Non che H non mi interessi, anzi, ma perchè sapevo che quel bagaglio di conoscenza sarebbe stato utile alla sua persona. In termini personali e lavorativi.

Ogni passaggio, ogni costruzione, ogni assemblaggio era ed è finalizzato a Lorenzo.

Sapevo della sua esistenza, ma non sapevo nemmeno io di esserne innamorata. Anche perché avevo paura di essere innamorata di un’idea. Cosa estremamente pericolosa. Ero però certa che qualcosa in me non mi faceva star bene nelle relazioni che stavo vivendo. Non era il suo pensiero ricorrente: ho provato a vivere tranquillamente avendo relazioni, affetti, insomma, non ci sono altri termini, vivendo e sopravvivendo.

Ma in tutto quel vivere, stavo cercando lui.

Una volta trovato – ed è capitato per caso 5 anni dopo – è stato un fiume in piena. Ovviamente non glie l’ho mai detto, anche perchè avrebbe sicuramente frainteso, forse si sarebbe spaventato, o chissà quale altra reazione. E beh, facile, mi vergognavo. Quello che ho vissuto con lui (e non morirà mai) è stato qualcosa di incontrollato, di mai sperimentato prima. Qualcosa che, seppur in breve tempo, andava e va oltre le mie energie. Io ho iniziato ad amarlo come capitava. E l’errore, forse reciproco, è stato lì.

Amarsi è facile, intuitivo. Imparare ad amarsi, richiede tempo. Energie, volontà e pazienza.

Scrivo oggi questa pagina in sua assenza, perché non è la prima volta che è sparito.

La scrivo perché sono certa che sia l’amore della mia vita e, mi dispiace, non posso vivere se non al suo fianco. Non che non posso: non voglio.

La scrivo, perché è giusto sapere che in questo momento sto tornando sui 40kg, le cose stanno davvero peggiorando e sento che stavolta è il mio di corpo a non avere tempo.

Troppe volte ho cercato di farcela, di risollevarmi. Di trovare un motivo per vivere. Ma gli ho lasciato il mio cuore, ed è impossibile fare altrimenti.

Sono sicura dell’amore che provo per lui, che mi manca, e soprattutto, che lo voglio sempre.

Anche se mi butta giù dalla collina un sacco di volte. E qualsiasi errore da parte mia io abbia involontariamente o inconsciamente commesso in termini di fraintendimento, è stato frutto della stanchezza, paura, o poca stima nei riguardi della mia persona: e per me, stanchezza sfocia facilmente in malattia.

Ho passato la vita cercando la mia anima, e ho capito che esiste in lui. Che per me resta più bello di tutti i personaggi di un film o tutti gli eroi di un libro: inventati o reali.

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