Le origini dell’Anyllog

Vi racconto un passaggio essenziale della mia vita, che mi ha portato a definire meglio la mia essenza.

Quel passaggio è avvenuto nel momento in cui ho smesso di allenarmi con riproduzioni iconografiche (non c’è nulla di male in un’attività del genere, anche gli allievi di illustri maestri d’arte hanno iniziato così) o divertirmi con bozze personali per convergere a un risultato molto più gradevole in termini personali.

Mi accorgevo sempre di più di non avere uno stile di penna particolare. Fedelissime riproduzioni, a volte anche spunti notevoli, ma mancava un disegno davvero unico che fosse associato a qualche cartone, un fumetto o personaggio particolarmente sui generis. Che diventasse l’eroe di qualsiasi avventura: insomma un tratto significativo come si può dire di Snoopy, Lupo Alberto Calvin & Hobbes, misti tra metà manga e qualcosa di “già visto” etc etc. Potevano essere tutti e nessuno. Mai completamente unici. E la cosa mi turbava.

Dopo un lungo processo di interiorizzazione personale (ma si tratta di un lavoro di anni), ho capito che la forma grafica che meglio mi rappresentava era in qualche modo associata alla calligrafia (sapevatelo, a volte sono davvero pessima specie quando scrivo veloce o sono svogliata).

Per questo ho spostato col tempo la mia attenzione dal “fumetto” o ritrattistica a quello che ritengo sia il mio capolavoro in assoluto: la creazione dell’ Anyllog.

Lo studio del natural language processing e l’amore per il mondo fantasy di certo mi ha aiutato in questo percorso.

L’anyllog è una lingua da me inventata. Che riesce a mettere insieme rappresentazione grafica (calligrafica), fonetica, sintassi e semantica.

Qualcosa insomma, da leggere (dotata di morfemi e suoni), riproducibile per scritto e che trasmetta un contenuto.

E beh, io sono davvero soddisfatta di questo risultato.

 

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